4,241 research outputs found

    The bright optical companion to the eclipsing millisecond pulsar in NGC 6397

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    We report the possible optical identification of the companion to the eclipsing millisecond pulsar PSR J1740-5340 in the globular cluster NGC 6397. A bright variable star with an anomalous red colour and optical variability which nicely correlates to the orbital period of the pulsar has been found close to the pulsar position. If confirmed, the optical light curve, reminiscent of tidal distorsions similar to those observed in detached and contact binaries, support the idea that this is the first case of a Roche lobe filling companion to a millisecond pulsar.Comment: 9 pages, 4 embedded figures, submitted to ApJ Letter

    Timing the millisecond pulsars in 47 Tucanae

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    In the last 10 years 20 millisecond pulsars have been discovered in the globular cluster 47 Tucanae. Hitherto, only 3 of these had published timing solutions. Here we improve upon these 3 and present 12 new solutions. These measurements can be used to determine a variety of physical properties of the pulsars and of the cluster. The 15 pulsars have positions determined with typical uncertianties of only a few milliarcsec and they are all located within 1.2 arcmin of the cluster centre. We have also measured the proper motions of 5 of the pulsars, which are consistent with the proper motion of 47 Tuc based on Hipparcos data. The period derivatives measured for many of the pulsars are dominated by the dynamical effects of the cluster gravitational field, and are used to constrain the surface mass density of the cluster. All pulsars have characteristic ages T > 170 Myr and magnetic fields B < 2.4e9 Gauss, and the average T > 1 Gyr. We have measured the rate of advance of periastron for the binary pulsar J0024-7204H, implying a total system mass 1.4+-0.8 solar masses.Comment: 17 pages, 11 included figures, accepted for publication in MNRA

    Spin-based quantum gating with semiconductor quantum dots by bichromatic radiation method

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    A potential scheme is proposed for realizing a two-qubit quantum gate in semiconductor quantum dots. Information is encoded in the spin degrees of freedom of one excess conduction electron of each quantum dot. We propose to use two lasers, radiation two neighboring QDs, and tuned to blue detuning with respect to the resonant frequencies of individual excitons. The two-qubit phase gate can be achieved by means of both Pauli-blocking effect and dipole-dipole coupling between intermediate excitonic states.Comment: Europhysics Letters 66 (2004) 1

    Results and complications of facial reanimation following cerebellopontine angle surgery

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    The present study was undertaken to evaluate the results of a group of patients following treatment for cerebellopontine angle lesions who developed postoperative facial palsy and underwent facial nerve repair in order to reanimate the muscles of facial expression. A retrospective study was performed on 23 patients treated between 1988 and 1997 at the 2nd and 4th ENT chairs of University "La Sapienza" of Pome for facial palsy following cerebellopontine angle surgery. Tumors included acoustic neuromas (n = 3). Seventeen patients underwent hypoglossal-facial anastomoses [10 with end-to-end anastomoses, 4 with May's interposition "jump-nerve" grafts and 3 with partial (30%) use of the hypoglossal nerve plus a facial cross-over]. The remaining patients were operated on using a cable graft with the sural nerve (n = 2) and the great auricular nerve (n = 4). Postoperative facial function was determined by the House-Brackmann 6-scale classification The hypoglossal-facial anastomoses resulted in long-term grade III or IV findings. Cable grafts improved facial function from grade VI to grade III. None of the patients operated on with the modified VII-XII anastomosis developed swallowing disturbances. The ten patients having traditional hypoglossal-facial anastomoses showed different degrees of tongue disability and retention of residue in the oral cavity. Surgical recovery of postoperative facial palsy can be obtained with various techniques according to the availability of the proximal facial nerve stump at the brain stem. Since a traditional hypoglossal-facial anastomosis procedure can be a source of a separate disability for the patient: techniques are preferred that leave the hypoglossal nerve mostly intact and uncompromised

    Nuove relazioni per la stima della Magnitudo da dati macrosismici per terremoti di area etnea

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    Le relazioni intensità-magnitudo comunemente utilizzate su scala nazionale non sono applicabili ai terremoti dell'Etna in quanto i valori di magnitudo così ricavati risultano fortemente sovrastimati rispetto a quelli strumentali osservati. Questa discrepanza è legata ai particolari caratteri della sismicità dell’area vulcanica che, a causa degli ipocentri molto superficiali (H ≤ 3 km), è in grado di produrre elevati valori di intensità macrosismica (Io = X EMS-98) nonostante modesti rilasci energetici (Mmax ≈ 4.8). Per questa ragione nel passato sono state proposte relazioni intensità-magnitudo specifiche per l’area etnea (Patanè et al., 1986; Azzaro e Barbano, 1997), basate su dataset strumentali composti da magnitudo in durata MD. Tuttavia, è noto in letteratura che la MD risulta generalmente sottostimata rispetto alla magnitudo locale ML, e di recente sono state proposte nuove relazioni per minimizzarne lo scarto (Gasperini, 2002; Castello et al., 2007); per l’area etnea tale differenza può raggiungere valori di circa 0.5 per magnitudo superiori a 3.0 (D’Amico e Maiolino, 2005). D’altro canto per la parametrizzazione dei terremoti nel catalogo sismico nazionale CPTI (Gruppo di lavoro CPTI, 2004, e successiva release), vengono assunti come riferimento i valori di magnitudo locale ML e magnitudo momento Mw. La recente implementazione tecnologica delle rete sismica locale etnea (INGV-CT) ha reso disponibili, di routine, valori di ML anche per quest’area, nonché stime del momento sismico M0 ricavate attraverso relazioni specifiche (Giampiccolo et al., 2007). A partire da questi nuovi dati, al fine di rendere omogenea e più precisa la stima della magnitudo per i terremoti storici dell’Etna, è stata calcolata una relazione tra intensità e magnitudo locale ML, da cui è anche possibile ricavare la magnitudo momento Mw. Il dataset di input è costituito dai dati di intensità epicentrale I0 riportati nel Catalogo Macrosismico dei Terremoti Etnei (CMTE, Azzaro et al., 2000, 2002, 2006), aggiornati agli eventi più recenti, e dai valori di ML relativi alle reti sismiche nazionale e locale (Castello et al., 2006; D’Amico e Maiolino, 2005; Gruppo Analisi Dati Sismici, 2008). Nel caso in cui si hanno, per uno stesso terremoto, più valori di ML provenienti da reti differenti, è stato calcolato il valore medio. Complessivamente sono stati recuperati i dati relativi a 47 terremoti dal 1971 al 2008. La distribuzione dei valori di magnitudo per classi di intensità macrosismica, mostrata in Figura 1, presenta una dispersione elevata, per cui si è preferito effettuare la regressione utilizzando il valore medio di ML per ogni grado di intensità. Anche il valore medio di ML per grado di intensità mostra una certa dispersione del campione, dovuta, oltre che ai pochi dati disponibili, anche ad un effetto di scattering causato dall’incertezza nei valori di I0, soprattutto per gli intervalli di intensità 4-5 e 5-6. La Figura 2 mostra che la distribuzione delle magnitudo per i dati del catalogo macrosismico è confrontabile con quella dei terremoti registrati dalla rete sismica dell’Etna. In particolare il trend rimane costante sia per terremoti poco energetici che per quelli più forti. La Fig. 3 (in alto) mette a confronto la relazione ottenuta I0-ML con quella precedente di Azzaro e Barbano (1997), ricavata da magnitudo in durata MD. Si osserva, a partire da I0 = 7, una sottostima della MD fino a circa 0.5 rispetto alla ML, come peraltro già noto dalle regressioni di dati strumentali MD-ML. Infine, utilizzando la relazione ML-logMo calcolata da Giampiccolo et al. (2007) sulla base di dati strumentali osservati, è possibile stimare il valore del momento sismico M0 e da questo ottenere la magnitudo momento MW attraverso relazioni di letteratura (Fig. 3, in basso). Applicando Hanks e Kanamori (1979) si osserva che i valori di MW così ricavati sono inferiori di circa 1.0-1.5 gradi rispetto a quelli ottenuti dalla relazione di Gasperini (2004) utilizzata per la parametrizzazione dei terremoti del catalogo nazionale CPTI

    Valutazioni di pericolosità sismica in termini di intensità macrosismica utilizzando metodi di sito

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    Vengono presentate le stime di pericolosità sismica, in termini di intensità macrosismica, ottenute mediante l’approccio probabilistico proposto da Albarello e Mucciarelli (2002), basato sull’impiego dei dati documentari relativi agli effetti locali prodotti dai terremoti passati (storie sismiche di sito). I risultati forniti da questa procedura (approccio “di sito”), in termini di minimo valore di intensità caratterizzato da una probabilità di eccedenza inferiore al 10% in 50 anni (Iref), sono confrontati con quelli ottenuti sul territorio italiano tramite la metodologia “standard” di Cornell-McGuire. Per meglio comprendere i motivi delle differenze osservate tra le due stime e il ruolo di differenti basi informative, sono state prodotte diverse mappe di pericolosità. Stime di pericolosità a scala locale sono state inoltre effettuate nell’area dell’Etna dove, grazie a numerosi studi macrosismici di dettaglio, sono disponibili storie sismiche di sito particolarmente ricche

    Discovery of Two High-Magnetic-Field Radio Pulsars

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    We report the discovery of two young isolated radio pulsars with very high inferred magnetic fields. PSR J1119-6127 has period P = 0.407 s, and the largest period derivative known among radio pulsars, Pdot = 4.0e-12. Under standard assumptions these parameters imply a characteristic spin-down age of only tau = 1.6 kyr and a surface dipole magnetic field strength of B = 4.1e13 G. We have measured a stationary period-second-derivative for this pulsar, resulting in a braking index of n = 2.91+-0.05. We have also observed a glitch in the rotation of the pulsar, with fractional period change Delta_P/P = -4.4e-9. Archival radio imaging data suggest the presence of a previously uncataloged supernova remnant centered on the pulsar. The second pulsar, PSR J1814-1744, has P = 3.975 s and Pdot = 7.4e-13. These parameters imply tau = 85 kyr, and B = 5.5e13 G, the largest of any known radio pulsar. Both PSR J1119-6127 and PSR J1814-1744 show apparently normal radio emission in a regime of magnetic field strength where some models predict that no emission should occur. Also, PSR J1814-1744 has spin parameters similar to the anomalous X-ray pulsar (AXP) 1E 2259+586, but shows no discernible X-ray emission. If AXPs are isolated, high magnetic field neutron stars (``magnetars''), these results suggest that their unusual attributes are unlikely to be merely a consequence of their very high inferred magnetic fields.Comment: 7 pages, 3 embedded EPS figures, to be published in Ap
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